Cuba

Una identità in movimento


Yadira, una storia di Santería. Foto di Antonio Baiano

Antonio Baiano


Ho incontrato per la prima volta Yadira nel 1999 in un mercatino dove la madre aveva una bancarella. Yadira è una dolce e sveglia "cubanita". Il mio scopo è quello di mostrare, con la sua storia, il ruolo della Santería nella vita dei Cubani. Ovviamente, ciò non può valere per l'intera popolazione, poiché non tutti i Cubani praticano questa religione, né vogliono aver contatti con essa, come è il caso della sorella di Yadira. La Santería è una religione di derivazione africana, ampiamente diffusa a Cuba (sembra che nell'Isola vi siano più fedeli della Santería che del Cattolicesimo). La Santería, eredità degli schiavi africani, ha radici comuni con altre religioni diffuse nei Caraibi e in Brasile, come il Vodun e il Candomblé.



Yadira ha 12 anni.



Vive con la sua famiglia in un vecchio appartamento de La Habana Vieja.



Come molte ragazzine cubane, Yadira ama la danza e il canto. Il suo sogno è quello di diventare una ballerina e da un anno prende lezioni alla Escuela Nacional de Ballet de Cuba.



Sfortunatamente soffre di una grave malattia renale e i suoi genitori hanno dovuto più volte portarla all'ospedale.



La diagnosi più frequente è l'infezione ed il rischio maggiore è un contagio diretto del rene.



A causa dei suoi problemi di salute, Yadira è costretta a fare molte assenze a scuola che deve recuperare presso un istituto speciale



Per aiutare Yadira non rimane altro che iniziarla alla Santería, che non è considerta come un sostitutivo della medicina in sé ma senza il suo contributo la guarigione è difficile da raggiungere.



Si consulta un babalawo, il più alto sacerdote nella Santería: egli spiega che quando la madre era incinta di lei fu oggetto di uno sguardo maligno che ha colpito Yadira.



Il babalawo dice che prima di tutto è necessario sacrificare animali agli orishas (gli dei) per porre un po' di ordine nella situazione di Yadira.



Nello stesso tempo i genitori di Yadira decidono di battezzarla. I Cubani sono cattolici ma in genere non sottopongono i neonati al battesimo.



La prossima e più importante fase è l'iniziazione di Yadira alla Santería, attraverso la cerimonia principale chiamata "Cofá".



Due giorni prima della cerimonia, un gruppo di sacerdoti si riunisce presso la sua casa allo scopo di ottenere informazioni relative a Yadira e la sua famiglia.



Gli officianti appurano che Yadira ha avuto un forte Aché (la forza vitale) che l'aiuterà moltissimo, ma vi è una certa confusione nella sua famiglia in cui tutti raccontano spesso bugie.



La cerimonia Cofà è divisa in due giornate, durante le quali Yadira deve osservare un giorno di riposo. Yadira ama giocare con i piccioni; così, in quella giornata di riposo, i genitori la portano alla "plaza de las palomas" ("piazza dei piccioni"), Plaza S. Francisco.



Nella cerimonia Cofá Yadira dovrà vestire di bianco, poiché questo colore è il simbolo della purezza. Malgrado questo fatto, non è facile trovare vestiti di color bianco nei negozi dell'Avana.



Aspettando che la cerimonia cominci, Yadira e sua madre cantano nella casa del babalawo.



Un momento della cerimonia Cofá: Yadira dovrà bussare ritualmente diverse volte alla porta della stanza dove gli altri babalawos stanno celebrando riti segreti. Il babalawo Ernesto Barque Bandera, dottore in uno dei principali ospedali dell'Avana, sovrintende il rito.



Yadira e suo padre aspettano la fine di alcuni riti della cerimonia Cofá. A molti riti possono assistere soltanto gli officianti ed altre persone già iniziate alla Santería.



Yadira è stata finalmente iniziata alla Santería. Durante la cerimonia Cofá è stato identificato il suo orisha: esso è Obatalá, dio creatore del genere umano. Una delle sue guide è lo spirito di una monaca morta nel 19° secolo, conseguentemente Yadira porterà con sé un rosario e inviterà gli altri ad andare alle messe. Ancora oggi Yadira è malata: i calcoli renali le danno molti problemi. Pesando ancora troppo poco, i dottori pensano che una operazione sarebbe per lei troppo pericolosa.






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Webmaster: Carlo NobiliAntropologo americanista, Roma, Italia

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