Cuba

Una identità in movimento


Lettera aperta alla sig.ra Taismary Aguero

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. Circolo di Roma


    Gentile sig.ra Aguero,

Siamo i responsabili del Circolo di Roma dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. Abbiamo deciso di scriverle perché constatiamo ancora una volta come una vicenda personale possa essere usata dalla stampa per attaccare e screditare il Governo cubano.

L'immagine offerta dai media di un Governo crudele e dispotico che nega ad una figlia l'ultimo saluto alla madre morente è evidentemente costruita ad arte omettendo una quantità di elementi decisivi.

A quanto ci risulta, lei dopo aver vinto con la nazionale cubana di pallavolo due olimpiadi consecutive, ha deciso nel 2001, durante una tournée della sua squadra in Europa, di abbandonare illegalmente il suo Paese; ci risulta anche che lei avrebbe avuto un ruolo attivo nell'incoraggiare altri atleti a fare altrettanto; naturalmente non tardò ad arrivare un adeguato ingaggio. In seguito lei ha chiesto asilo politico in Italia e ha preso la cittadinanza italiana.

Alla luce dei fatti, dunque, lei per il Governo cubano è una persona che volontariamente ha voltato le spalle al proprio Paese. Lei non ha voluto uscire legalmente da Cuba per vivere altrove la sua vita come fanno molti cubani per i motivi più diversi e che, perciò, non hanno nessun problema a rientrare nel loro Paese. Lei, invece, ha voluto marcare questa sua separazione con ingiuria per il suo Paese. La richiesta di asilo politico, infatti, è un atto contro il suo Paese dal peso politico e morale, enorme. Siamo sicuri che nel momento in cui lei decise di compiere questo passo era ben consapevole delle conseguenze che esso comportava. Perché oggi si tacciono queste cose?

E ancora, lei, pur sapendo già da tempo delle gravi condizioni di salute di sua madre, si è decisa a rivolgersi alle autorità cubane per ritornare nell'Isola solo la settimana scorsa, quando ormai le sue condizioni erano gravissime. E allora perché pretendere dalle autorità cubane il rilascio immediato del visto con una velocità che lei non aveva certo avuto? E perché alla fine, ottenuto il visto, ha deciso che era più importante ritornare a Pechino che partecipare ai funerali di sua madre?

Gentile sig.ra Agüero, tutto questo ci fa pensare che lei ancora una volta si sia prestata ad uno sporco gioco contro il Paese che le ha dato la possibilità di diventare quello che è oggi.

La invitiamo a riflettere su come sarebbe stata la sua vita di donna di colore se la Rivoluzione non avesse trasformato l'isola di Cuba, a partire da quel lontano 1° gennaio 1959, da "bordello" degli U.S.A., qual era, in un Paese in cui tutti, persone di colore comprese, studiano e praticano sport.

Ci dispiace per la scomparsa di sua madre, ma siamo anche dispiaciuti che un'atleta valida e colta come lei, si sia lasciata trascinare in un'avventura che, alla fine, gioverà solo ai nemici di tutti quei poveri che hanno osato alzare la testa.

Pensi a tutto questo quando, forse, a Pechino, si troverà a giocare contro sei ragazze che vestiranno i colori di quella che fu la sua Patria.


Il Direttivo del Circolo di Roma
Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

Roma 12 agosto 2008


P.S.
Nelle prigioni degli USA ancora dopo dieci anni sono rinchiusi, innocenti, cinque cubani che hanno combattuto contro il terrorismo che ha insanguinato Cuba.
Vorrebbe lei prendere pubblicamente posizione a favore di questi Eroi?
Li chiamiamo Eroi perché, oltre a sopportare umiliazioni e privazioni, hanno rinunciato alla libertà e a tanti dollari che avrebbero ottenuto in cambio di una sola cosa: tradire Cuba.







Associazione Nazionale di Amicizia Italia Cuba. Circolo di Roma

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Pagina inviata da Marco Papacci
(13 agosto 2008)


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