Cuba

Una identità in movimento


Io con i 5, e tu?

Ida Garberi


Lavorando come responsabile della pagina in italiano di Prensa Latina, ho l'occasione a volte di conoscere gli amici italiani solidali che, come me, cercano di abbattere i muri di silenzio su Cuba, sul peso enorme del bloqueo, sull'ingiustizia dei Cinque cubani prigionieri dell'Impero e preparano progetti concreti di aiuto per l'isola caraibica.

Il mese scorso è tornato in visita alla sua seconda patria, Cuba, il compagno Marco Papacci, che è legato sentimentalmente all'isola da tutti i punti di vista dal 1994, quando ha conosciuto la sua compagna attuale, Odalys, cubana, con cui ha deciso di formare una bella famiglia.

Ho incontrato Marco personalmente, per la prima volta, proprio qui, a Prensa Latina, dove è venuto a salutare un suo caro amico nonché nostro presidente dell'agenzia, Frank Gonzalez.

Avevo già tenuto numerosissimi contatti con lui via e-mail, per scambiare notizie, informazioni, avvisi di attività dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, di cui Marco è il segretario della sezione di Roma, ma non il piacere di conoscerlo personalmente.

Quasi spontaneamente nasce l'idea che Marco mi racconti quando è cominciato il suo amore per l'isola caraibica e perché proprio Cuba.

    — Bè, posso dirti che vengo da una famiglia di militanti comunisti, mio padre ha fatto parte della scorta personale di G. Paietta una delle figure storiche del vecchio Partito Comunista Italiano, ed è stato responsabile della zona nord di Roma della sicurezza del PCI, l'amore per Cuba si può dire che lo respiravo in casa.

    Avendo la fortuna di viaggiare per sport, all'età di 15 anni sono stato campione italiano di lotta greco-romana (oggi Marco è l'allenatore di lotta greco-romana della squadra campione di Italia), ho conosciuto bene la realtà del socialismo dei paesi dell'Est, molto freddo e distante da come io pensavo poteva essere il vero socialismo.

    Nel 1988 finalmente riesco a venire a Cuba per la prima volta, riesco cioè a realizzare un sogno coltivato da molto tempo.

    Devo riconoscere che me ne innamoro subito, ritrovo un'amica del Ministero della Cultura che convinco a mandarmi a Santa Clara, in una fabbrica tessile, per poter vivere un vero contatto con il popolo.

    Per me è stato molto bello poter lavorare gomito a gomito con i cubani, mangiare alla mensa degli operai, scoprire come era una giornata lavorativa cubana.

    Sono tornato a Roma così entusiasta, di questo socialismo così diverso da quello che conoscevo nell' Europa dell'Est, da questo popolo così coraggioso e inutile dirlo, dal suo Comandante in Capo, così aderisco immediatamente all'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, al circolo di Roma.

    Tu mi stai raccontando della fine dell'anno 1988, un periodo abbastanza importante per la storia del Partito Comunista Italiano, pochi mesi prima della caduta del muro di Berlino. L'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, in particolare il circolo di Roma, come ha vissuto lo scioglimento del Partito Comunista Italiano e come ha continuato i suoi lavori?

    — Purtroppo quando incomincio a conoscere la realtà dell'Associazione, mi rendo conto che il vecchio Partito Comunista sta abbandonando completamente Cuba e vuole togliere totalmente il significato politico all'associazione, per occuparsi solo dell'ambito culturale, e neanche di Cuba, ma genericamente dei Caraibi.

    Pian piano, nel 1993 riusciamo, io e un gruppo di compagni fedeli all'isola, ad essere le teste pensanti del Circolo di Roma dell'Associazione Italia-Cuba. Io vengo eletto segretario, dopo sei anni di militanza.

    Mi sembra che nell'anno successivo, il 1994, Cuba abbia segnato profondamente il tuo destino, sia per una grande esperienza politica che per un incontro che ti cambierà la vita…

    — Infatti, sono tornato a Cuba, come ho sempre fatto tutti gli anni dal 1988, da quando ci sono stato la prima volta, per il I Incontro Mondiale di Solidarietà con Cuba dove ho conosciuto la mia attuale compagna di vita, Odalys, che militava nell'Unione dei Giovani Comunisti e che lavorava al Palazzo delle Convenzioni. E' stato un colpo di fulmine che dura ancora oggi, un'unione politica-sentimentale sancita il 9 gennaio 1997 a L'Avana e rallegrata oggi da un bimbo, Ruben.

    Se non mi sbaglio, è proprio a loro che hai dedicato la Medaglia dell'Amicizia, che ti ha concesso il Consiglio di Stato di Cuba e che ti hanno consegnato a dicembre dell'anno scorso nell'Ambasciata Cubana a Roma, vero?

    — Sì, è vero. La prima dedica è stata per loro.

    Per me è stato un momento molto importante ed emozionante e come ho dichiarato il giorno della consegna della medaglia, non credo che questa onorificenza sia solo mia, ma che sia il frutto del lavoro collettivo dei compagni del circolo di Roma che da anni lavorano con me. Il punto è che credo profondamente che questo socialismo, questo cammino tracciato a testa alta, un cammino illuminato dalla stella solitaria della bandiera cubana, questo socialismo che ha forgiato uomini come i Cinque eroi imprigionati negli Stati Uniti sia assolutamente da preservare, a tutti i costi. Come non appoggiare questo paese? Come non seguire il suo esempio? Cuba è la dimostrazione viva che il socialismo non è morto e che una società giusta e solidale diversa dal capitalismo può esistere.

    Ecco, a proposito dei Cinque Eroi, raccontami i dettagli dell'iniziativa del vostro Circolo, che è incominciata ad aprile.

    — Sì, ti dico che l'idea originale è di una compagna del nostro direttivo, Maria Fierro, che ha pensato di cercare dei testimonial, che prestassero i loro volti, chiaramente famosi, per chiamare l'attenzione sull'ingiusta prigionia dei Cinque Eroi.

    Questa idea è stata presentata quest'anno a Riccione, durante il Congresso Nazionale dell'Associazione di Amicizia Italia-Cuba e dedicata alla delegazione cubana presente, tra cui Sergio Corrieri, che è il presidente dell'ICAP (Istituto Cubano di Amicizia coi Popoli).

    Grazie al parlamentare europeo per la lista dei Comunisti Italiani Marco Rizzo riusciamo a contattare diversi personaggi famosi, del mondo dell'arte, dello sport e della politica che, dopo aver letto il materiale sui Cinque Eroi che gli abbiamo inviato, hanno accettato di partecipare.

    Tra i nomi più rilevanti ricordiamo, a parte lo stesso Rizzo, Franca Rame, Cristiano Lucarelli, Andrea Mingardi, Jonis Bascir, Gianni Vattimo, Fausto Sorini, Fosco Giannini e perfino l'astronauta Umberto Guidoni.

    La foto del personaggio riporta due scritte, una che dice "Io con i 5, e tu?" e l'altra che reclama la "libertà per i 5 cubani imprigionati negli USA. Per avere difeso Cuba dal terrorismo", di seguito si fa riferimento al sito web dell'associazione, dove i lettori potranno incontrare informazioni più dettagliate.

    Sappiamo che la campagna sta ottenendo un certo successo, infatti le visite del sito sono aumentate di un 35% da quando abbiamo incominciato con il primo annuncio.

    Queste foto vengono pubblicate a pagamento tutte le domeniche dal 1°aprile 2007 sul Manifesto. La scelta di questo quotidiano deriva dal fatto che pur essendo un giornale tipicamente di sinistra, è riconosciuto anche negli ambienti di destra.

    I soldi per le inserzioni sono chiaramente pagate dal Circolo di Roma dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, grazie alle donazioni dei soci e ai fondi che riusciamo a raccogliere nelle attività a favore di Cuba.

    Concludo questa chiacchierata con te, chiedendoti informazioni su un'altra attività che si svolgerà durante la 2°giornata mondiale per la Libertà dei Cinque, che si svilupperà in settembre e che come mi hai anticipato, il tuo Circolo sta preparando.

    — Questa volta, per essere sicuri che proprio tutta Roma possa leggere una frase sui Cinque Eroi, cercheremo di affittare un piccolo aereo, affinché possa volare sulla città eterna reclamando la "Libertà per i Cinque".

    Bè, moltissimi auguri per tutte le vostre attività, che come sempre ospiterò volentieri nelle pagine di Prensa Latina in italiano, col fine di sconfiggere tutte le bugie su Cuba e permettere che i Cinque possano tornare alle loro famiglie.




      L'autrice è responsabile della pagina in italiano di Prensa Latina



http://www.prensa-latina.it/paginas/IoConI5eTu.htm




Pagina inviada da Marco Papacci
(21 agosto 2007)


Cuba. Una identità in movimento

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