Cuba

Una identità in movimento

Mito di Ma Dolores

Samuel Feijóo



Il più grande mito urbano dell'antica provincia di Las Villas, è quello di Ma Dolores, schiava nera e guaritrice, che viveva a Trinidad a metà del XIX secolo. Seguendo le versioni popolari su di lei si può capire come si costruisce un mito. Lo vedremo nelle pagine seguenti.

Sulle sue guarigioni e metodi curativi, si è elaborato un mito già magico. Inoltre si riconosce che la guaritrice partecipò alla ribellione contro il colonialismo spagnolo.

Lo storico trinitario, Emilio Sánchez, nel suo libro Tradiciones trinitarias (pubblicato a Cienfuegos, 1916) ci informa che Ma Dolores "vecchia negra africana, famosa guaritrice, viveva nella proprietà Cabarnao" e che lì, in un ombreggiato angolo della proprietà, costruì la sua povera baracca, che serviva sia da tempio consacrato al culto della stregoneria che come centro di consulenze mediche. La vecchia africana giunse ad avere una nomea e una popolarità che le avrebbero potuto invidiare alcuni medici di talento. Il nome della vecchia, avvolto dall'aurea della fama, cominciò a diffondersi nella regione, per poi oltrepassare i confini di Cabarnao per estendersi a più ampi orizzonti. Poco a poco la piccola tana della vecchia divenne luogo abituale di ritrovo per quei malati che la scienza, impotente, aveva abbandonato al loro destino.

In cosa consisteva il merito e l'autorità della strega? Come nacque e si radicò la fede nella coscienza popolare? La vecchia salì sul piedistallo della gloria curando con applicazioni di saliva e con panni umidi la cui efficacia si doveva alle proprietà meravigliose dell'acqua di una sorgente vicina alla sua capanna, che tuttora è conosciuta come "La Pozza di Ma Dolores".

Riferisce Emilio Sánchez che le autorità spagnole sospettarono

    "... di quelle riunioni, e gradualmente si formò nella mente delle autorità l'opinione che la baracca di Cabarnao non era una clinica, bensì un centro di cospirazione e di comunicazione a servizio dei cubani armati".

Fu così che Ma Dolores fu sottoposta a un processo militare. Fu condannata con l'imputazione di slealtà, come pericoloso nemico dell'integrità nazionale. Il tribunale condannò la vecchia fattucchiera e cospiratrice alla fucilazione. Quando le venne notificata la terribile sentenza la vecchia esclamò:

    — Non mi uccideranno. Gli angioletti mi verranno a cercare e mi porteranno via...

Il giorno fissato per l'esecuzione nella pianura chiamata "La mano del negro", una folla

    "... aspettava ansiosa il solenne momento di veder giungere tra le baionette la vecchia infelice".

Nella spianata era già allineato il plotone d'esecuzione.

All'improvviso si diffuse un'agitazione sorda, e si vide arrivare al galoppo un ufficiale spagnolo, con la destra alzata, stringendo un foglio. Tutti trattennero il respiro per un istante, mentre il cavaliere si avvicinava. La sua voce riecheggiò chiara:

    — Perdono! perdono per il reato!

I superstiziosi ricordarono allora la premonizione di Ma Dolores. Alla vecchia fattucchiera si commutò la pena di morte con l'esilio all'Avana.

Sánchez afferma che Ma Dolores:

    "Era in effetti un'efficace ausiliaria dei cubani combattenti".

Il 14 Marzo del 1876 fu condotta all'Avana.

Così si creò il mito di Ma Dolores, prima a Trinidad e poi a Las Villas, mito che scaturì da un fatto realmente accaduto per poi essere trasformato dalla fantasia popolare. La sua fama durò fino ai nostri giorni. Giustificò la nostra presenza a Trinidad, nel 1973. Lì ci trovammo alla Biblioteca Municipale per raccogliere materiale sul mito, e ricevemmo diverse notizie scritte dai nostri informatori.


Le relazioni
(Dove si può capire come lavori il mito nella mente)

Signori a Trinidad
apparve una sorgente
celestiale medicina
per la comunità.
Qui vive Dolores
che la gente di poca scienza
e senza alcuna idea morale
considera pazza:
dicendo che non può curare
con la saliva della sua bocca.
(Melchor Entenza, Decimista trinitario, XIX secolo)

Relazione di Luis Gómez, decimista popolare
Ella aveva una buona reputazione in fatto di guarigioni.
Viveva vicino a un pozzo e quando veniva il malato gli dava l'acqua del pozzo, gli faceva degli impacchi e lui guariva.
Ma gli spagnoli la accusarono di essere una spia dei rivoltosi, così vennero a portarla via. Allora Ma Dolores si buttò nel pozzo e sparì.
In seguito si fecero grandi feste attorno al pozzo. La gente cantava e accendeva candele e prendeva l'acqua dal pozzo per curarsi.

Relazione di Pablo M. Espulgas, maestro in pensione
Ma Dolores Iznaga era una schiava emancipata che curava per mezzo di una fonte, una cascatella d'acqua che c'è a Cabarnao. Questo nella tradizione perché in realtà Ma Dolores era una patriota che portava messaggi agli insorti, e curava alcuni ribelli che andavano da lei con ferite da pallottola.

Relazione di Augustina González Villa, casalinga di Trinidad
Mamá Dolores, così si chiamava la negra guaritrice che abitava in un posto che viene detto "Trinidad La Poza". Curava con la saliva e con l'acqua della pozza. Un giorno un prete molto incredulo disse: "A quella negra faccio venire uno spavento da farla smettere di curare". Allora andò alla pozza e insultandola disse: "Senti, vecchia bugiarda, ti butto a calci dentro quella tinozza".
E gliela ruppe. Il prete era a cavallo, e quando fece per andarsene il cavallo si impennò, lo gettò a terra e lo scalciò. A quel punto dovette far ritorno dalla vecchia e disse: "Perdonami, curami che mi sento male". E lei che era molto mansueta rispose: "Qui ci sono la mia acqua e la mia saliva, ti curerò".
Furono talmente tante le cose che fece che il governo la esiliò. La misero in una botte per portarla in Spagna, c'erano nel molo tre botti. Ma lo spagnolo che se ne doveva occupare si sbagliò e prese delle tre botti quella vuota e la caricò sulla nave, accadde che quando arrivarono in Spagna e aprirono la botte per cercarla risultò che la botte dov'era rinchiusa era stata lasciata sul molo di Casilda.
Allora lei uscì dalla botte e si andò a rifugiare a Trinidad. Si nascose in una casetta e siccome il paese era dalla sua parte nessuno la scoprì. Lì morì, è per questo che tutti dicono che sparì nel nulla.
Questo racconto me lo fece mia zia Ceferina Villa, che morì cinque anni fa a centodiciotto anni.

Relazione di Emelina Pérez, cucitrice
Quella vecchietta curava con la saliva e l'acqua della pozza dove bisognava bagnarsi con i vestiti. Ho una zia che soffriva di mal d'orecchie, si bagnò con la saliva e preghiere in lingua africana.

Relazione di Juan Batista Zerquera, pensionato
Si racconta che molte persone che soffrivano di malattie della pelle si bagnavano nell'acqua della pozza e alcune uscivano guarite. I bambini li curava con la saliva e preghiere in lingua africana.

Relazione di Pedro Duarte Téllez, ceramista
Il Venerdì di Dolores (venerdì prima della settimana santa) tutti andavano alla pozza di Ma Dolores a riempire le brocche d'acqua, ma nessuno si poteva immergere perché c'era un serpente. La pozza si chiamava di Ma Dolores perché lì aveva vissuto una negra, schiava emancipata, che guariva i malati con l'acqua della pozza. Era una cospiratrice, e quando morì la pozza prese il suo nome.

Relazione di Jorge Luis Díaz, idraulico
Era una negra incorruttibile. Nella sua famosa pozza si dedicava a guarire curando con quell'acqua medicinale. Fu perseguitata dagli spagnoli e cercarono di fucilarla nella pianura di "Mano del Negro", ma lì sparì e non si seppe più nulla di lei.

Relazione di Ulises Prado, idraulico
Nella pozza di Ma Dolores, i venerdì santi, quando l'acqua diventa sporca, la gente metteva dentro bottiglie vuote che si riempivano di acqua limpida e trasparente e con quell'acqua si curavano.

Relazione di Francisco Barceló, barbiere
Il popolo di Trinidad scendeva fino alla pozza i Venerdì di Dolores e quelli che soffrivano di acciacchi prendevano dell'acqua e pietre dal fondo della pozza per portarle a casa. Mettevano queste pietre in vasetti e le riempivano d'acqua, e quando avevano qualche malanno si curavano con quell'acqua e miglioravano.

Relazione di Elena M. García Adlington, professoressa pensionata
Sembra che Ma Dolores conoscesse la qualità curativa di molte piante che aveva portato dall'Africa che utilizzava unitamente all'acqua minero-medicinale della sorgente. Non chiedeva di essere pagata ed era collaboratrice dell'esercito ribelle. Venne scoperta e incarcerata. In carcere assicurava che gli angioletti la proteggevano. La deportarono all'Avana e non se ne seppe più nulla. Qualcuno dice che una signora se la portò in Spagna e il popolo sostiene di vederla nella pozza i venerdì santi.

Relazione di Elisa Venegas Juviel, professoressa pensionata
Si dice che Ma Dolores facesse stregonerie per ottenere l'amore di una persona. Procurava armi e informazioni ai ribelli e faceva da corriere. Da quando gli spagnoli se la portarono via da Trinidad, si dice che appaia vicino alla pozza di Cabarnao in certe occasioni.

Relazione di Arcadia Brunet, novantacinque anni
Io non la vidi mai però tutto il villaggio la vide e parlava molto di lei. Curava con erbe e con l'acqua della pozza. Prescriveva molti decotti di erbe. Cuba è tutta una medicina. Tutte le sue erbe sono medicinali.
Ma Dolores era una rivoltosa. Gli spagnoli la condannarono all'esilio in Spagna ma la regina di Spagna la salvò perché aveva un figlio malato di pancia e Ma Dolores lo guarì con la saliva. Masticava tabacco, si sputava sulle mani, e passandole sulla pancina del bimbo lo guarì.

Relazione di Agustín Orozco, pensionato
Mentre conducevano Ma Dolores alla fucilazione, a un tenente del picchetto si ruppe una gamba cadendo dal cavallo. Allora uno spagnolo disse per scherzo a Ma Dolores:
— Tu che sei una strega curagli la gamba...
Lei prese la gamba e ci spalmò la saliva guarendola seduta stante. Allora si stupirono delle sue doti e non la fucilarono. La regina di Spagna la mandò a chiamare per conoscerla e rimase così affascinata dalle sue doti che le regalò una casa all'Avana.

Relazione di Adolfo Torrecillas, direzione di cultura
Arsenio Castellanos, che ormai è morto, mi raccontò che quando andarono a fucilare Ma Dolores e già c'era il plotone allineato, lei diceva:
— Non abbiate tanta fretta ad uccidermi, la mia libertà è in arrivo.
Quando erano sul punto di fucilarla arrivò un cavaliere, un soldato spagnolo, al galoppo, con una spada alzata e una busta sulla punta.
Arrivò, consegnò la busta, e aprendola trovarono ordini dal governatore di risparmiare la vita.


Desiderosi di raccogliere più dati sul mito di Ma Dolores, andammo a Cabarnao, alla famosa pozza, per intervistare i vecchi della zona. Lì incontrammo Gumersindo Iznaga la cui casa è molto vicina alla pozza. Ci disse:

    La gente veniva a frotte alla pozza di Ma Dolores. Uscivano presto il venerdì santo, quando era ancora fresco e venivano con candele e anfore per prendere acqua. Tutti si buttavano vestiti nella pozza e pregavano Ma Dolores. Prendevano pietre dal fondo per benedire le loro case. Molti mettevano candele nelle rocce. I malati venivano in processione tra questa folla disordinata per bagnarsi i vestiti. Io nacqui in questo luogo e ci credo. I pesci di qui sono sacri. Nessuno li pesca. Sono intoccabili. Questa acqua che prendo mi fortifica.

Procedemmo oltre la zona del Contado e lì intervistammo l'organizzatore delle processioni alla Pozza di Ma Dolores. Placido Rizo, di settantatré anni:

    Io mi chiamo Placido Rizo, sono originario di qui, del Contado. Vi farò un ritratto preciso di Ma Dolores. Fu schiava, verso l'anno 1845, di Don Alejo Iznaga, proprietario di un podere di più di quattrocento agri. Le venne data la libertà, era Africana della tribù gangá. In quei tempi era lavandaia di Don Alejo ma aveva degli acciacchi così forti che l'acqua nella bacinella diventava sangue. Allora a Don Alejo non restò altra soluzione che restituirle la libertà. Lei si trasferì a vivere su una collina molto alta, vicino a dove c'era la pozza. Durante la lotta contro la Spagna la gente si ribellava e quando venivano a trovare Ma Dolores lei li incitava all'insurrezione. Allora gli spagnoli inviarono guardie civili alla Sabanilla, che dicevano: "Andiamo da quella negretta a bruciarle l'appezzamento di terra". Arrivarono le guardie civili capeggiate da un militare che si chiamava Muñeca. Diedero fuoco all'appezzamento ma non bruciò. Il giorno dopo a queste guardie civili si staccarono le braccia e morirono. Allora cercarono di imbarcare Ma Dolores per Casilda. La imbarcarono e la gettarono in alto mare perché se la mangiassero gli squali. Ma cosa successe? Che dal mare uscì un altare pieno di fiori con dentro Ma Dolores. Questo mi venne raccontato da un marinaio spagnolo che morì quindici anni fa.

    Tornò a Trinidad e la vollero fucilare ma non si poté. In quel momento la regina di Spagna stava vivendo un parto molto travagliato. Allora condussero Ma Dolores a Cadiz perché aiutasse la regina a partorire. Lei chiese di essere chiusa in stanza con la regina e in cinque minuti la fece partorire con i suoi poteri.

    Per premiare il suo trionfo le diedero una bella casa in un luogo della Spagna, dopodiché non si seppe più nulla di lei.

    Io credo ciecamente in Ma Dolores tanto che in ogni momento vado alla pozza e piango.

    Tempo fa guidavo una processione da Magua fino alla pozza. Ci precedeva una banda musicale, quella di Trinidad. Avevo organizzato io la processione. Portavamo la Vergine della Caridad. Partecipavano alla cavalcata attraverso i monti e la foresta sei o settemila persone. Ci va tuttora una enorme quantità di gente. La gente si getta nella pozza con i vestiti e tutto. L'acqua è benedetta. Io tengo sempre un po' di quell'acqua qui in casa. Ho visto guarire molta gente. Un bimbo con un buco nell'ombelico; la madre lo portò tre venerdì di seguito e guarì. Le pietre di quella pozza, messe in bottiglia, si moltiplicano. Però bisogna saperle conoscere. Io le conosco. Le ho viste moltiplicarsi dentro la bottiglia.

    C'è chi ha visto Ma Dolores nella pozza, i venerdì santi. È il suo fluido che provoca la visione. Qui nel Contado appare a più di una persona. Marielina, di La Bija, guarisce per sua mediazione. Io organizzavo processioni per fatti che ho visto verificarsi nella pozza. Sono come San Tommaso: se non vedo non credo. E per questo sono un suo fedele e organizzavo processioni. La gente veniva da tutte le parti di Cuba a Magua per partecipare alla processione e bagnarsi alla pozza e curarsi. Avevo una squadra di collaboratori per mantenere l'ordine. Facevo collette per le spese della processione. I preti sostenevano che era una strega e la perseguitavano. Invece no. Si trattava dell'odio dei preti spagnoli contro Ma Dolores.

    (Il Contado, Lomas di Trinidad, 5 aprile 1973).


Questo è il favoloso mito di Ma Dolores di Trinidad. Il lettore attento avrà notato che le versioni e le testimonianze più svariate si contraddicono. Così, infatti, si costuisce un mito, mediante la fantasia, l'ingenuità e la superstizione. Bisogna guardarsi dalla supertizione bugiarda. Considerare il mito come una fantasia, a volte inquietante.


Tratto da: SAMUEL FEIJÓO, Misteri e leggende di Cuba, Padova, Arcana Editrice, 1998, pp. 86-87 (ed. or.: Mitología cubana, La Habana, Editorial Letras Cubanas, 1986)


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Webmaster: Carlo NobiliAntropologo americanista, Roma, Italia

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