Cuba

Una identità in movimento


I Cambi a Cuba / Los cambios en Cuba

Ida Garberi


Italiano

"... a tutti quelli che conoscono le virtù
ed i difetti della Rivoluzione Cubana e preferiscono,
come il nostro José Martí,
vedere la luce rispetto alle macchie
e credono nella sua causa,
l'appoggiano, la difendono
o dimostrano la loro solidarietà,
perché come ha anche detto il nostro apostolo,
Cuba non va per il mondo come un'accattona,
va come una sorella e salvandosi, salva".
(Alejandro Castro Espin)


Non è la prima volta che intervisto Manuel David Orrio del Rosario, l'agente Miguel della sicurezza cubana[1], già nel marzo del 2007, in occasione della visita a Cuba di un gruppo del partito radicale italiano, in appoggio alle cosiddette "dame in bianco", spose dei denominati erroneamente "dissidenti", che sono invece veri e propri mercenari assoldati da una potenza straniera per sovvertire l'ordine democraticamente costituito sull'isola, gli avevo chiesto il suo parere.

In quell'occasione volevo sottolineare la ridicola posizione degli italiani "interventisti" che con il miraggio di un lauto pagamento da parte della mafia di Miami si erano prestati ad appoggiare un corteo delle "dame in bianco", senza che succedesse assolutamente nulla, e per questo in seguito non hanno poi potuto riscuotere neanche un centesimo!!

Questo 4 aprile 2009 si compiono esattamente 6 anni dalla fine della missione dell'agente Miguel, che ha visto con orgoglio come il suo lavoro sia stato utile per smascherare questi mercenari, che adesso si trovano soli ad accusare l'isola caraibica, mentre invece Cuba ha visto riconosciuto in pieno il suo ruolo nel continente.

Decisamente, non è più di moda lasciare Cuba da sola, anche il Costa Rica e il Salvador, che erano gli ultimi governi rimasti a non avere pieni contatti diplomatici con Cuba, a livello di America Latina, hanno voltato le spalle all'ideologia yankee ed hanno agito autonomamente ristabilendo i nessi della diplomazia.

Perfino la BBC sottolinea che negli ultimi 15 mesi, nessuna delle personalità internazionali che hanno visitato Cuba ha voluto incontrarsi con i leader della dissidenza, che hanno avuto l'arroganza di scrivere una lettera dove accusano di tradimento l'Unione Europea.

Perché fino ad oggi, nonostante le decine di milioni di dollari che hanno avuto da Washington, non hanno ottenuto un golpe di stato sull'isola?

Ma allora, con le loro proteste contro il governo cubano, a chi si rivolgono, questi mercenari, al popolo cubano o ai loro padroni che li finanziano?

I vari Marta Beatriz o Elizardo restano "eroi" solo per una stampa spazzatura di basso livello, che si mantiene fedele alla minoranza di Miami, che pretende, dopo 50 anni, di volere un regolamento dei conti con la Rivoluzione Cubana come ai tempi del Far West e dei cowboy.

Questa volta però le mie domande sono state più "fastidiose", ho voluto molestare l'agente Miguel, famoso per non essere sottomesso e taciturno, come ci ha dimostrato nella recente intervista che gli ha fatto Dax Toscano[2] su alcune cose che credo stiano torturando sia "los gusanos" che i solidari del pianeta con la Rivoluzione Cubana: i misteri che avvolgono le destituzioni di Carlos Lage Davila e Felipe Pérez Roque.

Le voci di corridoio, che sembrano più un pettegolezzo che altro, dal momento che nessun giornalista dà una sola prova di quello che afferma contro la mancanza di democrazia sull'isola, sono perfino arrivate a coinvolgere il presidente Chávez!!!!

È incredibile quello che una stampa poco seria è capace di inventare, sovvenzionata dal nemico, pur di distruggere questa meravigliosa "Nuestra América" che si sta formando, creando dubbi biechi e oscuri e trame tipiche della politica neoliberale.

Per prima cosa, per cercare di capire, mi ricordo che l'agente Miguel mi aveva detto che la SINA lo aveva captato per conoscere bene e da vicino Carlos Lage per avere informazioni dirette su di lui e mi entra il dubbio che il vero obbiettivo fosse proprio il vicepresidente destituito.

L'agente Miguel mi risponde che l'Ufficio di Interessi degli USA a L'Avana (SINA), non rappresenta solo il governo di questo paese o risponde a tramiti consolari.

E' risaputo che è anche un macchina di spionaggio e sovversione contro la direzione politica, economica e sociale vigente a Cuba, consacrata come Stato di Diritto dal voto schiacciante dei cubani a beneficio della sua Costituzione.

La SINA, inoltre, è l'esecutrice sul terreno della legge di ingerenza nordamericana Helms-Burton ed altri mostri che conformano la politica di sanzioni unilaterali di questo paese verso l'Isola, che è stata qualificata da un anticomunista provato e confesso come Giovanni Paolo II, mediante una frase lapidaria: eticamente inaccettabile.

"Non mi consta che la SINA abbia pensato alla possibilità di reclutare Carlos Lage attraverso la mia persona, anche se non scarto il delirio di qualche funzionario mediocre. Semplicemente hanno saputo dei miei vincoli di gioventù non solo con lui, ma anche con altri personaggi del governo o prestigiosi accademici, che sono stati compagni di studi nell'Università de L'Avana o hanno condiviso con me dei lavori di direzione nella Federazione degli Studenti Universitari (FEU)".

"A questo modo, sono risultato un individuo di interesse che durante il suo lavoro di supposto giornalista indipendente dimostrava un alto livello di informazione sull'economia ed altri settori della vita sociale cubana, e tutto è stato astutamente sfruttato dalla Sicurezza dello Stato di Cuba per rinforzare la mia leggenda e raggiungere gli obiettivi di intelligenza e contro-intelligenza che si perseguivano.

"Chiaramente, l'ufficiale di fronte come, nel gergo della Sicurezza, chiamiamo la CIA, non era un tonto. Ho dovuto passare per numerose prove e misure di controllo, incluso che tre economisti dell'Ufficio Cuba del Dipartimento di Stato mi abbiano sottomesso ad un minuzioso interrogatorio, oltre ad una visita personale di Vicky Huddleston a casa mia, dove ha mostrato un marcato interesse per le mie fonti di informazione.

"Così si può dire che dal 1999 fino al termine della mia missione, le mie azioni si quotavano a prezzo alto, al punto che ero sollecitato costantemente da diversi funzionari nordamericani, residenti o visitatori, o i miei articoli erano presi come riferimento per episodi come quello della destituzione di Salvador Lew come direttore dell'equivocamente chiamata Radio Martí. Phil Peters, direttore del Progetto Cuba nell'Istituto Lexington ed un famoso critico della politica nordamericana verso Cuba, ha scritto un articolo, dopo che era stata rivelata la mia identità come uomo della Sicurezza cubana, dove mi menziona ed il cui titolo è molto illuminante: Il Club di quelli Ingannati".

Passo ad un altro quesito che è un tema scottante sull'argomento Lage-Pérez Roque, e cioè che le lettere di rinuncia inviate a Raul Castro sembrano scritte dallo stesso governo cubano.

"Credo fermamente che le lettere di rinuncia di Lage e Pérez Roque sono state scritte dai loro firmatari in maniera volontaria a causa della Riflessione di Fidel sulle loro condotte, cosa che non esclude il suggerimento di un determinato stile di redazione, e penso che un consiglio sulla questione non è per niente peccaminoso".

Ecco che allora la curiosità mi spinge a chiedere perché abbiano rinunciato a delle cariche dove erano stati eletti?

"Come nel caso della maggioranza, la mia informazione fedele è la Riflessione di Fidel, che avrà le sue ragioni, sicuramente molto importanti, per averli trattati come ha fatto. Un dato curioso è che, secondo la stampa, il figlio di Lage si trova in Spagna insieme a sua moglie. Sinceramente, non comprendo come questo sia potuto succedere in un paese dove esistono severe regolazioni sul diritto alla libera circolazione, e molte di loro incostituzionali. Un cubano qualsiasi deve realizzare dei tramiti noiosi per viaggiare fuori da Cuba, ed ora sembra che Carlitos Lage sarebbe andato via del paese senza maggiori ostacoli, dopo avere svolto delle cariche di fiducia come quella di presidente nazionale della FEU".

"Lage e Pérez Roque, per desiderio proprio od orientazioni precise nelle quali potrebbero esistere delle ragioni di sicurezza nazionale, non lo scarto, stanno evadendo di dare delle spiegazioni sui motivi delle destituzioni e le posteriori rinunce, ed è qui dove c'è una chiave da analizzare. Ho assistito come invitato a sessioni dell'Assemblea Municipale del Potere Popolare in Piazza della Rivoluzione, e ho visto la combattività del suo delegati, per non dire indocilità. Lage, deputato per questo municipio, avrebbe dovuto presentarsi davanti allo scenario di una severa resa dei conti che oltretutto è un diritto legalmente riconosciuto dei delegati. Allora, forse è stato meglio rinunciare. Lo stesso penso per il caso di Pérez Roque".

"A parte tutto, trascrivo gli articoli corrispondenti del Regolamento dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare per procedere nel caso di rinuncia di un deputato, e mi domando a partire da questi se una semplice lettera pubblicata dalla stampa compie con i requisiti legali stabiliti affinché sia accettata una rinuncia".

ARTICOLO 22. La rinuncia di un deputato alla sua carica, deve formularsi con una lettera diretta all'Assemblea del municipio dove è stato eletto deputato, per mezzo del suo Presidente, che informa l'Assemblea Nazionale o il Consiglio di Stato, se questa fosse in periodo di recesso, al fine di conoscere le sue considerazioni.

ARTICOLO 23. Il Consiglio di Stato o l'Assemblea Nazionale, come corrisponde, dà risposta alla relativa Assemblea Municipale nel termine non maggiore di 30 giorni feriali, affinché questa adotti la decisione corrispondente. Mentre la rinuncia non sia accettata, il deputato continua nell'esercizio della sua carica, coi diritti e doveri inerenti alla stessa.

"Allora, ognuno tragga le sue proprie conclusioni sulla legalità delle lettere di rinuncia di Lage e Pérez Roque".

"Insisto sul punto, perché se esiste un consenso sulla necessità di rinforzare un procedimento istituzionale, senza dubbio deve passare per il rispetto della Legge, senza eccezioni, e allora bisogna rispettare la Legge e a chi tocca, che la faccia rispettare!".

Una cosa che per me alimenta le fantasie dei contro-rivoluzionari è il silenzio che c'è su tutta questa storia e così domando a Manuel se è dovuto al fatto che mancano ancora da scoprire delle persone da togliere dalle loro cariche perché sedotte dal "miele del potere".

"Ignoro i particolari e le profondità di entrambi i casi. Mi limito a segnalare che la mancanza di trasparenza attorno al processo, e della quale la stampa cubana si è fatta complice, è contraria alla Legge dell'istituzionalità che si pretende rinforzare. E una volta di più, cito Raul: noi rivoluzionari dobbiamo cercarci i problemi ed essere disposti a pagare il prezzo necessario, con ragione e senza ragione".

Il fatto che secondo un ex cancelliere del Messico perfino Chávez è stato coinvolto in tutta questa storia mi fa veramente indignare ed anche Manuel mi risponde che nonostante non sappia direttamente su questo tema, è convinto che Chávez sia incapace di interferire nei temi interni di Cuba, a meno che non sia per solidarizzarsi "a petto scoperto" con temi come quello della libertà dei Cinque eroi prigionieri dell'Impero.

Ho letto una cosa molto strana su Wikipedia, e cioè che a Santiago di Cuba il popolo in appoggio al vicepresidente destituito, abbai scritto sui muri "Lage presidente" e Manuel conferma quello che anche io ho notato in questi anni vissuti sull'isola.

Mi dice che non sa se sia veramente accaduto, però è sicuro che Lage era molto più popolare all'estero che a Cuba.

Come ultima curiosità gli chiedo la cosa che è più pubblicata dalla stampa straniera, cioè se Raul sta togliendo gli uomini di Fidel per mettere quelli di sua fiducia.

"Oramai il non tanto nuovo Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri ha tutto il diritto di scegliere i suoi collaboratori più vicini, e questo non significa per niente che si stia togliendo quelli di Fidel per mettere quelli di Raul, perché d'accordo con le loro biografie, tutti i designati sono uomini e donne della Rivoluzione. Un'altra cosa sono le campagne mediatiche contro Cuba, dove si è risaltato appena che i cambiamenti nel consiglio dei Ministri sono stati consultati con l'Ufficio Politico del Partito Comunista ed il Consiglio di Stato della Repubblica, compimento così in forma stretta la Legge vigente sull'isola".

Concludo la mia intervista ringraziando il nostro agente Miguel e congratulandomi ancora una volta per il suo lavoro e la sua sincerità ed augurarmi che tutti i dirigenti rivoluzionari del mondo possano mettere in pratica il consiglio del Che Guevara, che ha detto:

"... lo stimolo morale, la creazione di una nuova coscienza socialista, è il punto su cui dobbiamo appoggiarci e verso dove dobbiamo andare, e fare enfasi su di lui. Lo stimolo materiale è una rimanenza del passato, è una cosa con cui bisogna convivere, ma a cui bisogna continuare a togliere preponderanza nella coscienza della gente man mano che avanzi il processo. Uno è in un deciso processo di aumento; l'altro deve essere in un deciso processo di estinzione. Lo stimolo materiale non parteciperà alla nuova società che si crea, si estinguerà durante il tragitto e bisogna preparare le condizioni affinché il tipo di mobilitazione che è oggi effettiva, continui a perdere sempre di più la sua importanza e la vada occupando lo stimolo morale, il senso del dovere, la nuova coscienza rivoluzionaria".


Note

  1. blog.libero.it/idagarberi.
  2. http://www.kaosenlared.net/noticia/entrevista-manuel-david-orrio-rosario-agente-miguel-seguridad-estado-c.

Castellano

"... a todos lo que conocen las virtudes
y los defectos de la Revolucion cubana y prefieren
como nuestro José Martí
ver la luz antes que las manchas
y confian en su causa,
la apoyan, defienden
o muestran su solidaridad,
pues como tambien sentenciò nuestro apostol,
Cuba no anda de pedigüeña por el mundo,
anda de hermana y al salvarse, salva".
(Alejandro Castro Espín)


No es la primera vez que entrevisto a Manuel David Orrio del Rosario, el agente Miguel de la seguridad cubana[1], ya en marzo del 2007, en ocasión de la visita a Cuba de un grupo del partido radical italiano, en apoyo a las llamadas "damas de blanco", esposas de los denominados erróneamente disidentes, que son en realidad mercenarios alistados por una potencia extranjera para subvertir el orden democráticamente constituido sobre la isla, le pregunté su parecer.

En aquella ocasión quise subrayar la ridícula posición de los italianos "intervencionistas" que con la esperanza de un lauto pago de parte de la mafia de Miami se prestaron a apoyar una marcha de las "damas de blanco", sin que absolutamente sucediera nada, y por esto, despues, ¡no pudieron tampoco cobrar ni un centavos!!

Este 4 de abril de 2009 se cumplen exactamente 6 años del fin de la misión del agente Miguel, que vio con orgullo cómo su trabajo había sido útil para desenmascarar a estos mercenarios, que ahora se encuentran solos acusando a la isla caribeña, mientras que Cuba pudo ver reconocido, de lleno, su papel en el continente.

Decididamente, ya no está de moda dejar a Cuba sola, también Costa Rica y El Salvador, que fueron los últimos gobiernos que quedaban sin tener contactos diplomáticos plenos con Cuba, a nivel de América Latina, han virado la espalda a la ideología yanqui y han actuado autónomamente restableciendo los nexos de la diplomacia.

Hasta la BBC subraya que en los últimos 15 meses, ninguna de las personalidades internacionales que visitó Cuba quiso encontrarse con los líderes de la disidencia, que han tenido la arrogancia de escribir una carta donde acusan de traición a la Unión Europea.

¿Por qué hasta a hoy, a pesar de las decenas de millones de dólares que han recibido de Washington, no conseguieron un golpe de estado en la isla?

¿Pero, entonces, con sus protestas contra el gobierno cubano, a quiénes se dirigen, estos mercenarios, al pueblo cubano o a sus dueños que los financian?

Los Marta Beatriz o Elizardo quedan cómo héroes sólo para una "prensa basura" de bajo nivel, que se mantiene fiel a la minoría de Miami, que pretende, después de 50 años, querer una rendición de cuentas con la Revolución cubana, como en los tiempos del Oeste y de los vaqueros.

Pero esta vez mis preguntas han sido más "molestas", quise importunar el agente Miguel, famoso por no ser sumiso y taciturno, como nos demostró en la reciente entrevista que le hizo Dax Toscano[2], sobre algunas cosas que creo estan torturando tanto a "los gusanos" como a los solidarios del planeta con la Revolución cubana: los misterios que envuelven a las destituciones de Carlos Lage Dávila y Felipe Pérez Roque.

Las voces de pasillo, que parecen más habladuría que otra cosa, puesto que ningún periodista da una sola prueba de lo que afirma contra la falta de democracia sobre la isla, llegaron hasta implicar al presidente Chávez!!!!

Es increíble lo que una prensa poco seria es capaz de inventar, subvencionada por el enemigo, por tratar de destruir esta America Nuestra maravillosa, que se está formando, creando dudas y tinieblas y tramas típicas de la política neoliberal.

En primer lugar, para tratar de entender, me acuerdo que el agente Miguel me dijo que la SINA lo captó por conocer bien y de cerca a Carlos Lage, para tener informaciones directas sobre él y me entra la duda, de que el verdadero objetivo fuera justamente el vicepresidente destituido.

El agente Miguel me contesta que la Oficina de Intereses de los EEUU en La Habana (SINA), no sólo representa oficiosamente al gobierno de ese país o atiende trámites consulares. Ampliamente sabido es que también es una maquinaria de espionaje y subversión contra el régimen político, económico y social vigente en Cuba, consagrado como Estado de Derecho por el voto aplastante de los cubanos a favor de su Constitución. La SINA, además, es la ejecutora sobre el terreno de la ingerencista ley norteamericana Helms-Burton y otros engendros que conforman la política de sanciones unilaterales de ese país hacia la Isla, la cual fue calificada por un anticomunista probado y confeso como Juan Pablo II, mediante lapidaria frase: éticamente inaceptable.

"No me consta que la SINA haya siquiera pensado en la posibilidad de reclutar a Carlos Lage a través de mí, aunque no descarto el delirio de algún funcionario mediocre. Simplemente conocieron de mis vínculos de juventud no sólo con él, sino con otros cargos del gobierno o prestigiosos académicos que fueron mis condíscipulos en la Universidad de La Habana o compartieron conmigo labores de dirección en la Federación de Estudiantes Universitarios (FEU) de dicho centro de estudios".

"De este modo, les resulté un individuo de interés que a lo largo de su labor como supuesto periodista independiente mostraba un alto nivel de información sobre la economía y otros sectores de la vida social cubana, todo lo cual fue astutamente aprovechado por la Seguridad del Estado de Cuba para reforzar mi "leyenda" y alcanzar los objetivos de inteligencia y contrainteligencia que se perseguían".

"Por supuesto, el oficial de enfrente, como en la jerga de la Seguridad llamamos a la CIA, nada tenía de tonto. Hube de pasar por numerosas pruebas y medidas de control, incluídas dos en la que tres economistas del Buró Cuba del Departamento de Estado me sometieron a minucioso interrogatorio, así como una visita personal de Vicky Huddleston a mi casa, en la cual mostró un marcado interés por mis fuentes de información".

"Así pues, puede decirse que desde 1999 hasta el término de mi misión en abril del 2003, mis acciones se cotizaban a precio alto, al punto de que se me solicitaba constantemente por distintos funcionarios norteamericanos, residentes o visitantes, o mis artículos era tomados como referencia para episodios como el de la destitución de Salvador Lew como director de la mal llamada Radio Martí. Phil Peters, director del Proyecto Cuba en el Instituto Lexington y un destacado crítico de la política norteamericana hacia Cuba, escribió un artículo después de conocerse mi identidad como hombre de la Seguridad cubana, donde me menciona y cuyo título es muy sugerente: El Club de los Engañados".

Paso a otra pregunta que es un tema candente sobre el argumento Lage-Pérez Roque, y es que las cartas de renuncia enviadas a Raúl Castro parecen escritas por el mismo gobierno cubano.

"Creo firmemente que las cartas de renuncia de Lage y Pérez Roque fueron escritas por sus firmantes de manera voluntaria a raíz de la Reflexión de Fidel acerca de sus conductas, lo que no excluye la sugerencia de un determinado estilo de redacción, y opino que un consejo sobre el particular nada tiene de pecaminoso".

Entonces, la curiosidad me empuja a preguntarle por qué han renunciado a cargos donde fueron elegidos por el pueblo?

"Como en el caso de la mayoría, mi información firme es la Reflexión de Fidel, quien sus razones de peso tendrá para haberles tratado como les trató. Un dato curioso es que, según la prensa, el hijo de Lage se encuentra en España junto con su esposa. Sinceramente, no comprendo cómo pudo pasar éso en un país donde existen severas regulaciones sobre el derecho a la libre circulación, muchas de ellas inconstitucionales. Cualquier hijo de vecino ha de realizar engorrosos trámites para viajar fuera de Cuba, y ahora resulta que Carlitos Lage se habría marchado del país sin mayores obstáculos, tras haber desempeñado cargos de confianza como el de presidente nacional de la FEU".

"Lage y Pérez Roque, por deseo propio u orientaciones precisas en las que pudieran existir razones de seguridad nacional, no lo descarto, estarían evadiendo el dar explicaciones sobre los motivos de las destituciones y las posteriores renuncias, y es aquí donde hay una clave para analizar. He asistido como invitado a sesiones de la Asamblea Municipal del Poder Popular en Plaza de la Revolución, y he visto la combatividad de sus delegados, por no decir indocilidad. Lage, diputado por ese municipio, habría tenido que verse ante el escenario de una severa rendición de cuentas que por demás es un derecho legalmente reconocido para esos delegados. Entonces, mejor renunciar. Lo mismo opino para el caso de Pérez Roque".

"No obstante, transcribo los artículos correspondientes del Reglamento de la Asamblea Nacional de Poder Popular para proceder en el caso de renuncia de un diputado, y me pregunto a partir de éstos si una simple carta publicada en la prensa CUMPLE con los requisitos legales establecidos para que sea aceptada una renuncia. Aquí van:

ARTICULO 22. La renuncia de un diputado a su cargo, debe formularse por escrito dirigido a la Asamblea del municipio donde fue electo diputado, por conducto de su Presidente, quien lo informa a la Asamblea Nacional o al Consejo de Estado, si aquella estuviera en período de receso, a fin de conocer sus consideraciones.

ARTICULO 23. El Consejo de Estado o la Asamblea Nacional, según corresponda, da respuesta a la correspondiente Asamblea Municipal en el plazo no mayor de 30 días hábiles, a fin de que ésta adopte la decisión correspondiente. Mientras la renuncia no le sea aceptada, el diputado continúa en el ejercicio de su cargo, con los derechos y deberes inherentes al mismo.

"Ahora, haga cada quien sus propias conclusiones sobre la legalidad de las cartas de renuncia de Lage y Pérez Roque".

"Insisto en el punto, porque si existe consenso sobre la necesidad de reforzar una institucionalidad que sin lugar a dudas pasa por el respeto a la Ley, sin excepciones, entonces, ¡a respetar la Ley sin excepciones y a exigirlo por quien le toque!".

Una cosa que para mí alimenta la fantasía de los contra-revolucionarios es el silencio que hay sobre toda esta historia y así le pregunto al agente Miguel si es debido al hecho de todavía faltan por descubrir personas que tienen que separar de sus cargos porque estan siendo seducidas por la "miel del poder".

“Desconozco las entretelas y profundidades de ambos casos. Me limito a señalar que la falta de transparencia alrededor del proceso y de la cual la prensa cubana se ha hecho cómplice, contraviene a la Ley de una institucionalidad que se pretende reforzar.Y una vez más, cito a Raúl: Los revolucionarios tenemos que buscarnos problemas y estar dispuestos a pagar el precio necesario, con razón y sin razón".

El hecho, que según un ex canciller de México, hasta Chávez fué implicado en toda esta historia, me indigna y también el agente Miguel me contesta que a pesar de que no sepa directamente sobre este tema, está convencido de que Chávez es incapaz de interferir en los temas internos de Cuba, a menos que no sea para solidarizarse a pecho descubierto en aspectos como lo de la libertad de los Cinco héroes prisioneros del imperio.

He leído una información muy extraña en Wikipedia, y es que en Santiago de Cuba el pueblo, en apoyo al vicepresidente destituido, escribió sobre los muros "Lage presidente" y el agente Miguel me confirma lo que yo también he notado en estos años vividos en la isla.

Me dice que no sabe si sucedió realmente, pero está seguro de que Lage no era tan popular en el interior de Cuba como en el exterior.

Como última curiosidad le pregunto cerca de la afirmación más publicada por la prensa extranjera: Raúl está sacando a los hombres de Fidel para poner los de su confianza.

"El ya no tan nuevo Presidente de los Consejos de Estado y de Ministros está en todo su derecho de elegir a sus colaboradores cercanos, y para nada éso significa que se esté quitando a los de Fidel para poner a los de Raúl, porque de acuerdo con sus biografías, todos los designados son hombres y mujeres de la Revolución. Otra cosa son las campañas mediáticas contra Cuba, donde apenas se ha resaltado que los cambios en el Consejo de Ministros fueron consultados con el Buró Político del Partido Comunista y el Consejo de Estado de la República, para así dar estricto cumplimiento a la Ley".

Concluyo mi entrevista agradeciendole al agente Miguel y felicitándolo una vez más por su trabajo y su sinceridad y espero que todos los ejecutivos revolucionarios del mundo puedan llevar a la práctica el consejo del Che Guevara, cuando dijo:

"El estímulo moral, la creación de una nueva conciencia socialista, es el punto en que debemos apoyarnos y hacia donde debemos ir, y hacer énfasis en él. El estímulo material es el rezago del pasado, es aquello con lo que hay que contar, pero a lo que hay que ir quitándole preponderancia en la conciencia de la gente a medida que avance el proceso. Uno está en decidido proceso de ascenso; el otro debe estar en decidido proceso de extinción. El estímulo material no participará en la nueva sociedad que se crea, se extinguirá en el camino y hay que preparar las condiciones para que el tipo de movilización que hoy es efectiva, vaya perdiendo cada vez más su importancia y la vaya ocupando el estímulo moral, el sentido del deber, la nueva conciencia revolucionaria".


Notas

  1. blog.libero.it/idagarberi.
  2. http://www.kaosenlared.net/noticia/entrevista-manuel-david-orrio-rosario-agente-miguel-seguridad-estado-c.




La Rivoluzione sono io / La Revolución soy yo

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L'autrice è responsabile
della pagina in italiano di "Prensa Latina"







Pagina inviata da Ida Garberi
(7 aprile 2009)



La autora es la responsable
de la página en italiano de "Prensa Latina"







Página enviada por Ida Garberi
(7 de abril del 2009)



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