Cuba

Una identità in movimento


Sintesi dell'intervento di Luciano Vasapollo a Les droits de l'Homme, le Droit, et les "Cinq Cubains de Miami" (Paris, Palais du Luxembourg: 15 rue de Vaugirard, 75006, Salle Médicis, Samedi 19 avril 2008 de 9h30 à 17h)

Luciano Vasapollo


Porto il saluto a questo Convegno Internazionale da parte di molti intellettuali, docenti universitari e artisti progressisti e democratici italiani che insieme ai movimenti di solidarietà per la Liberazione dei Cinque e delle radio e delle riviste di movimento, in Italia e in tutto il mondo si stanno battendo per questa nobile causa che ha una rilevanza internazionale.

In tutti questi lunghi anni di ingiusta detenzione dei Cinque eroi cubani sia in Italia sia a livello internazionale abbiamo posto la questione della loro liberazione nell'aspetto giuridico, politico, della solidarietà e della difesa dei diritti umani; abbiamo posto la questione della doppia morale del Governo Stati Uniti sul terrorismo e della loro interferenza su tutti nei processi di autodeterminazione popolare in America Latina e nelle altre parti del mondo; sul mancato rispetto del diritto internazionale e della sovranità politica e territoriale (come anche negli ultimi giorni è avvenuto con le forti violazioni messe in atto dal Governo della Colombia); abbiamo sottolineato fortemente la violazione dei diritti umani, per le atroci condizioni di detenzione dei Cinque, anche in relazione alle violenze esercitate in un campo di sterminio come quello di Guantánamo; abbiamo evidenziato la completa mancanza di osservanza dei diritti civili più elementari esercitata contro i familiari dei Cinque agenti cubani. Per fare tutto ciò in tutti i paesi abbiamo promosso sit in, manifestazioni, eventi internazionali, congressi, incontri, abbiamo scritto libri, riviste e centinaia di articoli.

Ma tutto questo non è bastato perché i Cinque patrioti cubani sono ancora in carcere, e non serve certo, a nostra giustificazione, dire che le grandi mobilitazioni non sono state sufficienti ed incisive perché il Governo e gli apparati degli Stati Uniti sono forti, hanno una grande capacità di comunicazione e di informazione e diffondendo continue menzogne e campagne diffamatorie contro Cuba e contro i Cinque fratelli.

È riduttivo fare sempre riferimento alla grande forza del nemico imperialista e nasconderci che, nonostante il nostro grande attivismo e capacità di mobilitazione, anche tutti noi a livello internazionale abbiamo avuto un grande limite.

E questo grande limite sta nel fatto che le grandi campagne di mobilitazione e comunicazione non hanno raggiunto la società civile, ampi settori dell'opinione pubblica; cioè sono stati presenti nelle attività i circuiti dei militanti e degli attivisti vicini in generale alla causa e alla rivoluzione cubana ma poco si è fatto per coinvolgere realmente e attivamente settori dei movimenti dei lavoratori, di studenti, di cittadini, insomma di persone che pur non essendo militanti possono essere coinvolti in questa grande battaglia politica, civile e umanitaria, utilizzando un linguaggio con forme e delle modalità che siano percepibili e comprensibili dall'opinione pubblica; si tratta di evidenziare che questa vicenda riguarda la violazione dei diritti umani di tutti i cittadini e non deve essere vissuta dall'opinione pubblica come una storia di scontro fra paesi o istituzioni della sicurezza.

È un pò come dire, e scusatemi il riferimento politico nazionale, che la sinistra radicale italiana ha perso le elezioni perché la società civile non ha capito i suoi programmi, e non invece comprendere che è la sinistra che deve vivere direttamente le trasformazioni sociali e stare attivamente in queste trasformazioni, dentro le dinamiche della società a partire dai luoghi di lavoro.

È per questo che la battaglia per la libertà dei Cinque deve continuare sul piano giuridico come ben stanno facendo gli avvocati e giuristi, sul piano politico istituzionale coinvolgendo al massimo i parlamenti e gli organismi internazionali, sul piano culturale continuando a svolgere una funzione diretta di informazione da parte di riviste, radio e televisioni (come in Italia finora hanno fatto meritoriamente riviste come Nuestra América, Latinoamerica, televisioni come Teleambiente, radio come Radio Città Aperta e altre) e sul piano delle associazioni e dei movimenti di solidarietà con tutte le attività militanti che ogni struttura reputa opportune ed adeguate alla situazione.

Ma tutto ciò deve essere assolutamente accompagnato da un attività politico-sociale, umanitaria, informativa che deve coinvolgere ampi settori dell'opinione pubblica rappportandosi ai luoghi di lavoro, nei mercati, nei quartieri, nelle scuole, nelle università facendo del caso dei Cinque un capitolo importante di cultura e di esplicazione delle modalità in cui si esercita il diritto internazionale.

Tutto ciò sarà possibile a livello internazionale se si procede con uno spirito unitario, con creatività, con un linguaggio immediato e da tutti percepibile, con un contatto diretto dei vari settori della società civile, rinunciando ad ogni categoria di autorappresentazione e trasformando il protagonismo delle singole strutture in un sano protagonismo collettivo che sappia diffondersi nel sociale.

Infine appoggio completamente il progetto di promuovere nella ricorrenza dei dieci anni dell'ingiusta detenzione dei Cinque, una manifestazione centrale per il 12 settembre 2008 a New York e contemporaneamente delle manifestazioni centrali unitarie in tutti i paesi, tutto ciò si accompagnerà alle tante iniziative che ogni struttura di movimento e associazione potrà a sua volta sviluppare.


Parigi 19 aprile 2008




Prof. Luciano Vasapollo
Università la Sapienza di Roma
Direttore Rivista NUESTRA AMÉRICA







Pagina inviata da Redazione Rivista "Nuestra América"
(6 maggio de 2008)


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