Cuba

Una identità in movimento


Tavola Rotonda "Gli intellettuali e artisti cubani contro il fascismo", effettuata negli studi della Televisione Cubana, il 14 aprile 2003, "Anno dei gloriosi anniversari di Martí e del Moncada" (Parte III)


Randy Alonso — Il fascismo non capisce questo.

Carlos A. Cremata — Certamente non lo capisce.
Hanno inviato la polizia, le pattuglie, poliziotti armati come quelli che vediamo nei film, e alla fine, ciò che ci avevano raccontato non era altro che sei persone anziane, con alcuni cartelli un po' ridicoli che dicevano due o tre stupidaggini. Allora lì si è dispiegata la solidarietà latino-americana, su questo non ci avevano contato, perché c'è un gruppo di compagni latino-americani che appoggia d'immediato Cuba.
Loro ci spiegavano che se questo accadeva a San Diego che era una popolazione più pacifica, a Los Angeles sarebbe stato terribile.
In realtà non è successo assolutamente niente. Immagino che il ridicolo di fare certe cose, quando ci sono alcuni bambini che non fanno altro che cantare alla pace all'amore, li abbia fatti desistere... Dunque non è successo niente; ciò che è successo durante tutta la tournée è lo stesso che è accaduto a Lizt: un affetto straordinario d'un popolo meraviglioso. Con tutte le persone che si sono avvicinate a noi, che hanno avuto qualche rapporto con noi, il contatto umano è stato bellissimo.
Abbiamo fatto i nostri spettacoli in grandi teatri, nel Conga Room, il famoso Night Club di Jennifer López e Andy García a Los Angeles; nel Brava Theather di San Francisco.
Abbiamo anche avuto l'opportunità di andare nelle scuole, com'è successo a Lizt. Siamo stati in una scuola pubblica di bambini poveri, senza risorse, la Hoover High School, dove abbiamo visto come si perquisivano i bambini prima di entrare nelle scuole, affinché non portassero dentro armi bianche; la scuola era chiusa, piena di lucchetti, una cosa che i nostri bambini non si immaginavano.
Il giorno dopo siamo andati in una scuola a Los Angeles, la Cross Rouge School, una scuola per bambini ricchi che costa 15.000 dollari l'anno, e che ogni anno si incrementa di 2.000 dollari; abbiamo così potuto vedere e parlare su questo contrasto, già visto in Venezuela e a Panama, ma che negli Stati Uniti è molto più evidente.
Siamo stati in una scuola molto bella che si chiama Seme del popolo, dove ci sono molti bambini asiatici, afro-nordamericani e latini, dove esistono principi simili a quelli della "Colmenita" e loro ci hanno chiesto, dopo aver visto lo spettacolo, di organizzare una "Colmenita" lì a Los Angeles; una cosa stupenda.
Abbiamo fatto tre spettacoli, in inglese e in spagnolo, spettacoli completamente in inglese e spettacoli nelle due lingue: tra questi spettacoli c'era "Sogno di una notte d'estate", un paradigma della cultura anglosassone, visto alla cubana, e questo creava un'atmosfera straordinaria, un silenzio assoluto tra quel pubblico che conosceva tante versioni dell'opera di Shakespeare.
Per tutte queste cose ci hanno consegnato la chiave di San Francisco, nonché alcuni diplomi al merito, molto belli, nella contea e nella città di Los Angeles. Ci hanno invitato a una seduta della Camera con ripresa in diretta: improvvisamente la Camera interruppe il lavoro e i bambini cominciarono a cantare Chivirico (canzone cubana per bambini che vinse il concorso per canzoni infantili "Cantandole al Sol"; N.d.T.) e tutti cominciarono a ballare, tutti i senatori. Immagino che questo "quarantotto" che abbiamo fatto nella Camera non sia molto comune.
Una cosa molto importante: alcuni anni fa, lo stato della California ha emesso la Risoluzione No. 39 contro il blocco, il che dimostra la dignità dello stato della California; poi hanno emesso una seconda risoluzione per ratificare il gemellaggio delle città, e una terza, la Risoluzione No. 521 che è la risoluzione per onorare La "Colmenita", perché, tra le altre cose, è la prima compagnia che visita gli USA da più di 45 anni... e, soprattutto, per la lotta che porta avanti in favore delle arti della prevenzione della violenza infantile. In realtà, è stato straordinario.
Raccontavo come l'ultimo nostro spettacolo è stato il più duro perché era scoppiata la guerra. Anzi, il penultimo spettacolo, infatti 30 minuti prima di iniziare ci dicono: "È appena scoppiata la guerra".
Quello spettacolo è stato molto difficile.
Il giorno dopo, siccome la popolazione della California e di San Francisco, in modo specifico, è di sinistra e progressista, gli abitanti si lanciarono per le strade, bloccarono le strade, si buttavano a terra con catene, legati ai pali della luce; allora ci hanno spiegato che non potevamo dare l'ultimo spettacolo, che è sempre il più bello, perché non avremmo potuto arrivare al teatro, e subito abbiamo sospeso lo spettacolo. Lo spettacolo era previsto per le 19:00 e alle 16:00 ci hanno detto che il teatro era affollatissimo e che la gente usciva dalla manifestazione per andare direttamente a vedere lo spettacolo e che non potevamo non farlo, e che dovevamo trovare il modo di arrivarci.
Ovviamente non ci siamo rifiutati. Ci siamo arrivati e quello è stato uno spettacolo che non dimenticheremo mai, c'era una elettricità speciale. Quel pubblico, che ci avevano detto che era in manifestazioni fin dalle prime luci dell'alba nelle strade era venuto dopo aver protestato contro la guerra in Iraq per cantare alla pace, per di più con bambini cubani. Quel teatro era pieno al punto tale che non ci stava neanche uno spillo in più e la gente, come diceva Lizt, cominciò a fare dei suoni stranissimi come se fossero tifosi ad una partita di calcio.

Randy Alonso — Cremata, questo impatto ha a che vedere con le stesse riflessioni che faceva un giornalista a San Francisco. Lui riferiva che quando questa amministrazione fascista proclamava il suo diritto ad attaccare qualunque lontano angolo del mondo e cominciava una guerra contro l'Iraq, dove sono morti molti bambini, i bambini cubani che si trovavano lì, a San Francisco, hanno dato anche loro una lezione di umanità e di solidarietà incredibile, e io leggevo in uno dei mezzi di diffusione di San Francisco del significato della visita dei bambini cubani negli Stati Uniti.
Io vorrei che tu ci raccontassi qualcosa anche su questo.

Carlos A. Cremata — Sì, avevo lasciato il relativo commento per la fine, perché è successo all'improvviso. Dovevamo prendere una decisione e credo che la decisione presa è stata molto bella: tutti i guadagni della tournée, cioè gli incassi, in un accordo preso tra noi e loro, cioè Global Exchange, gli amici nordamericani, sarebbero stati donati alla sanità pediatrica cubana; ma giunti lì ci siamo resi conto che, a causa della guerra avevano fatto dei tagli brutali ai fondi dell'assistenza sociale, l'assistenza medica ai bambini californiani.
Abbiamo deciso quindi di fare a metà: la metà per la pediatria cubana e l'altra metà per i bambini poveri californiani, che erano in una situazione critica. Questo lo abbiamo detto anche agli amici nordamericani e ciò ha provocato una bella reazione; così dovrebbe essere il futuro: condividere culture, condividere il benessere dei popoli. E saranno i bambini a farlo. Ce lo meritiamo, le due culture e i due popoli, ciò avverrà, e sono stati proprio i bambini gli ambasciatori del futuro che sicuramente accadrà.

Randy Alonso — Senza dubbio ciò sta a significare la vittoria del meglio dell'essere umano, dell'umanesimo sulla barbarie e sulla cultura fascista. Grazie Cremata, per la tua testimonianza.

(Video con immagini sul tema)

Randy Alonso — Quest'appello degli artisti e scrittori cubani – come Carlos Martí ci diceva all'inizio di questa tavola rotonda, e che ribadiva poi Roberto Fernández Retamar – è stato ispirato dal movimento degli intellettuali nordamericani che hanno detto "Non nel nostro nome"; è stato ispirato dagli intellettuali che in Europa e in America Latina hanno gridato il loro "No" contro la guerra ingiustificabile; ed è per ampliare questo grande movimento che gli intellettuali cubani hanno lanciato quest'appello per la costituzione di un fronte antifascista internazionale. Nel seno dello stesso movimento sociale svolgono un importante ruolo nuove voci degli intellettuali di sinistra nel nostro continente e in Europa, di cui è stato testimone, sin dalla loro nascita, Fernando Martínez Heredia, attivo partecipante ai fori di Porto Alegre, conoscitore della storia di queste nuove voci della sinistra latino-americana ed europea.
Fernando, vorrei che lei esprimesse la sua valutazione sul modo in cui i nuovi intellettuali di sinistra hanno affrontato, con le loro voci, con i loro scritti, questo risorgere del fascismo originatosi nella Casa Bianca e che si pretende imporre al mondo.

Fernando M. Heredia - Dopo quello che ci ha detto Cremata, con questa esperienza così emozionante in California, uno vede com'è possibile affrontare lì, proprio dove vive il mostro – come scrisse una volta Martí – quelle forze che sono veramente le forze del male.
Io parlerò soltanto un pochino degli intellettuali che esprimono la loro opposizione all'imperialismo e di quelli che vanno oltre e analizzano i principali problemi del mondo d'oggi, cercando vie, creando coscienza nelle persone, cercando di contribuire a creare un altro mondo più umano di quello che c'è, mediante la lotta contro l'imperialismo.
È chiaro che adesso è fondamentale la resistenza. Agli inizi degli anni '90 si diceva che non ci sarebbe stata più resistenza; si diceva perfino che la storia stava finendo.
Oggi, sebbene il livello di aggressione imperialista sia più forte che mai, nessuno oserebbe dire questo. Ecco il primo insegnamento.
Nel novembre del 1999 a Seattle, si prese coscienza di qualcosa che stava succedendo negli ultimi anni: nel Primo Mondo si svolgeva una protesta crescente da parte di coloro che non volevano essere complici, di coloro che, ad esempio, nel maggio del 1998 in Inghilterra, in massa si erano opposti esigendo il condono del debito dei popoli del Terzo Mondo; o di coloro che lo avevano fatto precedentemente a Colonia, in Germania; di coloro che continuarono a farlo a Genova. C'è anche questa campagna di intellettuali come Ramonet contro il pensiero unico. Tutte le suddette manifestazioni hanno confluito in un obiettivo comune ed è ricomparsa, questa volta in modo più visibile, questa frazione di intellettuali del Primo Mondo, che non si sono mai arresi al capitalismo.
D'altra parte in America Latina, malgrado le dittature assassine degli ultimi decenni e il carattere conservatore delle università e di altre istituzioni culturali, nonché della politica in generale, esiste oggi un'immensa cultura politica. Quest'immensa cultura politica è una grande eredità che i popoli dell'America Latina hanno pagato al alto prezzo; però stanno cominciando a trarne i benefici. La produzione di pensiero e delle scienze sociali latino-americane, critica od opposta alla dominazione, è molto importante e ogni volta più grande.
C'è un altro fenomeno che mi sembra molto importante: l'espansione del numero di persone che svolgono attività intellettuale.
Attualmente si possono incontrare dappertutto dirigenti e attivisti sociali e politici che hanno molta più capacità di coloro che conoscevamo quando eravamo molto giovani, e che cercano di recuperare, inoltre, la memoria storica delle lotte e delle idee, che il capitalismo sta cercando di cancellare e di indurre la maggior parte dei popoli a dimenticare.
C'è una quantità di fatti che segnano anche la ribellione – sto pensando nel Chiapas o nell'Argentina del dicembre 2001 – che ci ricordano che nel mondo odierno la ribellione è la forma adulta della cultura.
Mi voglio riferire in po' ai fori mondiali che si sono svolti a Porto Alegre, Brasile negli anni 2001, 2002, 2003. In essi hanno confluito correnti di pensiero e di protesta di differenti regioni del mondo, sono cresciuti al punto tale che nell'ultimo incontro hanno partecipato più di 100.000 persone; una nuova forza di opposizione al sistema imperialista, è come un immenso alveare.
Ci sono stati 1.700 workshop, dozzine e dozzine di conferenze in questi teatri che, in realtà, sono palestre, sono stadi, che possono ospitare 10.000, 12.000, fino a 15.000 brasiliani e gente di ogni parte del mondo che ha cercato di arrivare lì. È una nuova forza sociale, che unisce diversità, che offre spazio e autofiducia a coloro che protestano o rifiutano con maggiore o minore coscienza il sistema, senza avere gli inconvenienti che oggi hanno i settori politici della sinistra, della politica pratica, poiché essi si trovano in una situazione veramente svantaggiosa.
Il movimento risulta molto attraente, accettabile per molti.
Senza dubbio ha la funzione di indirizzare e instradare organizzazioni, alcune molto vecchie, altre sorte recentemente, e ha forse l'inconveniente di essere anche molto eterogeneo, di non essere un veicolo per un grado di organizzazione molto maggiore di quello degli stessi fori, né per fare alcune proposte più organizzate di queste. Comunque, a mio avviso, possono essere e sono una scuola anticapitalista e un vivaio per le organizzazioni politiche che dovranno pur nascere.
C'è, e voglio richiamare l'attenzione su questo, con più forza, non soltanto la presenza e l'attività di molte personalità e di varie organizzazioni che sono decisamente antimperialiste, che inclinano la bilancia a favore di questo atteggiamento di fronte ad altri più moderati, ma esiste anche un'enorme quantità di giovani ansiosi di conoscere e di essere oppositori al sistema.
Nel secondo foro, a cui partecipò una ancora piccola delegazione cubana – erano dirigenti sindacali come Pedro Ross e altri compagni – era emozionante vedere la quantità di giovani latino-americani che apparivano dovunque c'era, o si supponeva ci fosse, qualche tema su Cuba; una volta si sbagliarono ed andarono in un seminario di educazione popolare e tutti lì gli dicevano: "No, no, vi siete sbagliati... " e gli chiedevano: "Parlate di Cuba comunque; parlate, dite qualcosa, perché voi dovete sapere qualcosa su Cuba".
Dunque, questo ci dà un'idea del ruolo che ha la mobilitazione popolare, e lo abbiamo visto di fronte alla minaccia di guerra e della stessa guerra contro l'Iraq, il 15 febbraio, il 15 marzo, adesso il 12 aprile, ci sono state gigantesche manifestazioni simultanee in parecchi paesi.
Vorrei ricordare alcune persone, intellettuali delle scienze sociali, molto noti in America Latina e in altri luoghi: Emín Sader, Michael Lowy, Atilio Borón, gente come Eduardo Galiano, che commosse 5.000 brasiliani la sera in cui si inaugurava il primo giornale di sinistra, a partire da un movimento contadino, il Movimento di Lavoratori Rurali "Sem Terra"; lì 5.000 persone vibravano con Eduardo Galiano o con Sebastián Salgado, uno dei più grandi fotografi del mondo, che parlava di fotografia e anche di resistenza contadina.
Joao Pedro Stedile, dirigente del suddetto movimento, diede una vera e propria conferenza magistrale, come si dice a Cuba, sulla storia del capitalismo – in uno stadio gigantesco –, del colonialismo, della lotta per la riforma agraria e del significato attuale della medesima.
Fernando Solanas, Pino, fece una conferenza meravigliosa. A proposito di ciò di cui parlava Julio García Espinosa poco fa, Pino diceva: "Ci sono decine di nazioni e di popoli che ancora non producono le proprie immagini e al loro posto vedono immagini, memorie estetiche, lingue e gesti che gli sono alieni".
Frederick Jameson, il grande pensatore nordamericano, parlò dell'identità culturale e delle rappresentazioni simboliche, Lowy della guerra culturale, della memoria di resistenza, ecc.
Non voglio dilungarmi perché non c'è tempo, ma temi relativi al modo di lanciare uno schema di commercio mondiale alternativo che si contrapponga all'Organizzazione Mondiale del Commercio, o al progetto di democratizzazione dei grandi mezzi di comunicazione, o proposte di risoluzione pacifica e giusta dei conflitti bellici esistenti, la democratizzazione di organizzazioni internazionali, cominciando dall'ONU, furono trattati in quel foro, quindi, ci si può rendere conto della profondità politica di questo tipo di attività.
Il pensiero sociale latino-americano impegnato con la liberazione è ormai forte e cresce sempre. Da parte sua, l'imperialismo ha perso la bandiera di progresso e ha abbandonato le sue promesse, e lo scredito è ogni volta maggiore, perché non si tratta soltanto di criminalità e di superbia; è la natura stessa dell'imperialismo attuale che fa sì che aggredisca la sovranità dei popoli e persino le proprie forme democratiche di dominazione. Ormai l'imperialismo non ha più spazio per una grande parte dei suoi lavoratori, che ha sfruttato, né per una grande parte della popolazione del pianeta, né per la conservazione dell'ambiente.
Cuba è l'esempio palpabile che una società può vivere in un altro modo, in una maniera umana e solidale; è una grande speranza per quegli intellettuali che sono impegnati con i loro popoli. È necessario che noi stringiamo i legami attraverso lo scambio, la discussione e la conoscenza delle nostre idee, e la solidarietà, di fronte al nemico comune.
Credo che noi intellettuali cubani, ci troviamo in condizioni privilegiate per portare avanti il compito che ci chiedeva ieri la dottoressa Pogolotti, nel Consiglio Nazionale Ampliato dell'UNEAC, di sviluppare il pensiero sociale e le idee così necessarie e urgenti in questo momento per approfondire la resistenza e per prendere l'offensiva nella guerra culturale contro il fascismo, contro l'imperialismo e contro il capitalismo.

Randy Alonso — È l'espressione del pensiero dei migliori intellettuali latino-americani e mondiali, che cercano alternative al capitalismo feroce imposto al mondo e che affronta anche le direttrici ideologiche di questo fascismo universale che si vuole imporre.
La cultura, l'arte sono le migliori armi per affrontare la barbarie.
Oggi, quando gli artisti e gli scrittori cubani alzano la loro voce contro il neofascismo dittatoriale, la nostra tavola rotonda fa un appello ai migliori sentimenti dell'essere umano, dalla voce di Silvio Rodriguez, che ci ha concesso l'onore di mostrare in anteprima il video della sua ormai indimenticabile Cita con Angeles (Appuntamento con gli Angeli; N.d.T.).

APPUNTAMENTO CON GLI ANGELI

FIN DAI TEMPI PIÙ REMOTI
VOLANO GLI ANGELI CUSTODI
SEMPRE GELOSI DEI LORO VOTI
CONTRO SOPRUSI E ABUSI,
ACCANTO ALLE CULLE INFANTILI,
ACCANTO AI TRISTI MORIBONDI,
RACCONTANO: SONO SEMPRE IN AVANTI I GENTILI
ESSERI CON ALI D'ALTRO MONDO

QUANDO QUEST'ANGELO SOLCA IL CIELO
NON C'È NIENTE CHE GLI ASSOMIGLI
LA FINE DEL SUO FRETTOLOSO VOLO
È LA SENTENZA D'UN ERETICO
NON SI DISTRAGGA NÉ SI TRATTENGA
TUTTO ADESSO È INOPPORTUNO
VA DIRETTO AL CAMPO DEI FIORI
DOVE IL ROGO ASPETTA BRUNO

IN CADUTA LIBERA DA BRIVIDO
DALL'ALTO UN ANGELO SI LANCIA
L'ORDINE DEL SUO CAPO
È QUELLO DI SCENDERE FINO A DOS RÍOS
È 19 E ANCHE MAGGIO
MONTAGNA DI SCHIUMA E MADRE SIERRA
QUANDO UN ALTRO ANGELO A CAVALLO
CADE "CON I POVERI DELLA TERRA"

DICONO CHE AL FILO DELLA LAGUNA UN ANGIOLETTO
PIETOSO PASSÒ DAVANTI ALLA LUNA
SORVOLANDO L'ULIVO
E RACCONTANO CHE CON CATTIVERIA
FU ABBATTUTO IL SUO VENTAGLIO
PROPRIO ALL'ORA CHE IN SPAGNA
ASSASSINAVANO FEDERICO

UN BELL'ARCANGELO SBATTE LE ALI
ACCANTO A UN GROSSO UCCELLO DI FERRO
CERCA UN UOMO CHE LO GUARDI
PER ALLONTANARE CENTOMILA DALL'ESPATRIO,
MA L'ARCANGELO SOFFOCA
E UN'ALA AZZURRA SI FERISCE
E L'UCCELLO NERO APRE LA BOCCA
QUANDO SQUARCIANO HIROSHIMA
SOPRA MEMPHIS TENNESSE
PASSÒ VOLANDO FRETTOLOSO
UN ESSERE ALATO IN DELIRIO
ANDAVA VESTENDOSI DI LUTTO
ANDAVA PIANGENDO IL CHERUBINO
E ANDAVA CONTANDO I MINUTI
DI DIO E MARTIN LUTHER KING

L'ANGELO LASCIA INDIETRO UN PONTE
POI GIRA ATTORNO A UN GRATTACIELO
IL PARCO CENTRALE PIENO DI PERSONE
NON SI RENDE CONTO DEL SUO VOLO,
QUANTA UTOPIA SARÀ ROTTA
E QUANTA IMMAGINAZIONE
QUANDO ALLE PORTE DEL DAKOTA
GLI SPARI ABBATTANO JOHN

SETTEMBRE URLA ANCORA
IL SUO DOPPIO SALDO DA BRIVIDO
TUTTO ACCADE LO STESSO GIORNO
GRAZIE A UN ODIO SIMILE,
LO STESSO ANGELO CHE LÀ IN CILE
VIDE BOMBARDARE IL PRESIDENTE
VIDE LE TORRI GEMELLE CON I LORO MILLE
CADENDO INDIMENTICABILMENTE,
DISPERATI CHE I CHERUBINI
PRENDONO I CIELI DELLA TERRA
E CON LE LORO MATITE DI NUVOLE
DIPINGONO DEI ALLA GUERRA,
IL MONDO RIEMPIE IL BALCONE
ED ESCLAMA ALLA FINE: QUESTA È LA MIA LOTTA

PERÒ IL SIGNORE DEI CANNONI
NON GUARDA VERSO IL CIELO NÉ LO ASCOLTA
POVERI GLI ANGELI URGENTI
CHE NON RIESCONO MAI A SALVARCI
SARANNO FORSE INCOMPETENTI?
O CHE NON C'È MODO D'AIUTARCI,
PER EVITARGLI MAGGIORI DOLORI
E GLI ONORARI DEGLI PSICOANALISTI
SIAMO UN POCHINO MIGLIORI
E MOLTO MENO EGOISTI

SIAMO UN POCHINO MIGLIORI
E MOLTO MENO EGOISTI

SILVIO RODRIGUEZ

Randy AlonsoCita con Angeles, un appello ai migliori sentimenti dell'uomo, in cui Silvio Rodriguez ha riunito le volontà di Frank Fernández, Leo Brower, Chucho Valdés, José María Vitier, Juan Formell, Tatagüines, Niurka González, Noel Nicola, Vicente Feliú e Amaury Pérez, che ci accompagna oggi nel nostro studio.
Gli angeli urgenti che non arrivano mai in tempo a salvarci, come dice Silvio. E affinché questi angeli urgenti possano salvare il mondo, l'intellettualità cubana ha fatto un appello a tutti gli artisti e scrittori del mondo a creare un fronte antifascista mondiale, il quale d'ora in avanti dovrà fare molte cose, sulle quali vorrei che Carlos Martí, per concludere la nostra tavola rotonda, informasse il nostro popolo.

Carlos Martí — L'intervento di Fernando mi ha fatto pensare molto, perché, in effetti, il foro di Porto Alegre è stata un'esperienza molto importante per conoscere che abbiamo un'opportunità eccezionale per creare un fronte antifascista. C'è una coscienza, gli intellettuali hanno recuperato il ruolo che spetta loro nella società e stanno lavorando fermamente, come dice il documento dell'UNEAC, per far diventare realtà una condotta civica, impegnata nel raggiungere obiettivi che servano alla battaglia che si svolge in questo momento contro le idee e le pratiche neofasciste.
Inoltre, penso che a Cuba abbiamo il privilegio di essere uniti nell'avanguardia degli intellettuali e degli artisti, abbiamo un'organizzazione che è forte in questo senso e possiamo convocare non soltanto la nostra organizzazione ma altre organizzazioni che abbiano a che vedere con il lavoro intellettuale.
Hanno aderito alla Dichiarazione membri dell'Unione dei Giornalisti di Cuba, dell'Associazione di Pedagoghi di Cuba. Abbiamo trasmesso questo messaggio ad altre associazioni scientifiche. Penso che dobbiamo mobilitare tutto il talento, tutti quanti possano contribuire a lanciare il suddetto fronte antifascista. È un fronte in cui convocheremo il mondo a lottare contro il fascismo.
Ci sono molte cose che dobbiamo fare.
Ho qui con me nuove notizie. Questa viene dall'America Latina: un fronte internazionale di intellettuali contro la guerra. Ho questa lettera recentemente sottoscritta da un gruppo dei più importanti intellettuali messicani sul caso della Commissione di Dritti Umani, ma che si riferisce anche all'attuale lotta contro il neofascismo. Vale a dire, ci troviamo in condizioni eccezionali.
Durante il Consiglio Nazionale abbiamo potuto scambiare idee per stabilire questo fronte e un programma di lavoro, e ci impegneremo in azioni molto concrete. Voglio ricordarne alcune.
Lavoreremo allo scopo di smontare la dottrina neofascista.
Diffonderemo le nostre idee nel mondo e ci collegheremo con tutti coloro che possano essere parte del suddetto fronte. La Dichiarazione che contiene l'appello è stata tradotta in sette lingue ed è stata inviata a parlamenti, università, organizzazioni di intellettuali, a dei siti web e continuerà a essere distribuita.
Infatti, ci sono già state ripercussioni. Ad esempio, nel giornale spagnolo El Mundo, è stato citato praticamente tutto il nostro documento.

Randy Alonso — Anche il giornale spagnolo El País lo pubblica.

Carlos Martí — Sì, proprio così, sebbene lo mescoli con altre cose.

Randy Alonso — Anche alcuni giornali latino-americani hanno ripetuto questo appello.

Carlos Martí — Realmente questo ci stimola, perché sappiamo che possiamo continuare ad andare avanti nel nostro compito di far luce sulla verità.

Randy Alonso — Lei parlava anche di un sito Web.

Carlos Martí — Nei prossimi giorni avremo un sito Web, con la collaborazione del Ministero della Cultura. È un sito Web di intellettuali e di artisti contro il fascismo, per comunicarci attraverso la posta elettronica, per ricevere e trasmettere informazioni al riguardo, per essere sempre aggiornati e convocare chiunque voglia partecipare a questo fronte. Come dice il documento, dobbiamo convocare tutti i colleghi nel mondo e le persone di buona volontà. Lo faremo con fermezza, lo faremo lavorando quotidianamente; bisogna frenare la manipolazione mediatica.
La battaglia mediatica contro il neofascismo è tanto importante perché abbiamo visto nel caso della guerra contro il popolo iracheno come loro hanno utilizzato i mezzi per cancellare la sindrome del Viet Nam dalla memoria del popolo nordamericano. Cioè, è in atto un piano veramente fascista di propaganda e disinformazione.
Adesso noi ci impegneremo fino in fondo. Ci sono molte idee. Si organizzano nuove pubblicazioni; convochiamo eventi, scambiamo documentazione con dei fronti simili che sono apparsi in diversi luoghi nel mondo. Le università sono centri fondamentali per questo tipo di riflessione, anche i centri scientifici, ovviamente.
Sono consapevole che queste e altre misure avranno un risultato immediato. Bisogna lavorare in fretta, abbiamo i mezzi necessari, abbiamo anche il talento nel nostro paese, per convocare un fronte antifascista mondiale. È urgente farlo, poiché i fatti si susseguono rapidamente e non abbiamo molto tempo; quindi, dobbiamo lavorare quotidianamente per creare coscienza e fare luce sulla verità.
Questo sarà il nostro dovere quotidiano affinché la barbarie non riesca a imporsi e si possa salvare veramente la civiltà umana e la luce della sua più trascendente spiritualità.

Randy Alonso — Una battaglia in cui si lotta anche per la verità di Cuba, affinché la verità di Cuba sia conosciuta malgrado il mare di menzogne mediatiche, e perché l'intellettualità cubana chiarisca, dalle sue posizioni, la posizione di Cuba di fronte al mondo, chw serva anche come strumento di battaglia e di difesa delle migliori idee della cultura umana, di fronte alle idee fasciste che si vogliono imporre nel mondo.
Stiamo così arrivando alla fine della nostra tavola rotonda di questa sera. Voglio ringraziare i distinti intellettuali e artisti che mi hanno accompagnato nello studio, gli invitati, in special modo il compagno Abel Prieto, ministro della Cultura.
Cari telespettatori e radioascoltatori, ancorata alle dottrine di estrema destra che proclamano liberamente il ruolo degli Stati Uniti come impero destinato a plasmare i destini del mondo, ispirato nel più tenebroso pensiero di Hitler e dei suoi seguaci fascisti, spinto da un "messianismo" che rivive il "destino manifesto", l'attuale amministrazione nordamericana vuole imporre una tirannia fascista mondiale.
Un governo giunto al potere grazie alla frode, si è servito degli esecrabili avvenimenti dell'11 settembre 2001 per cercare di legittimarsi e vuole imporre la sua premeditata politica di saccheggio e di dominio universale, basata su un devastante potere tecnologico, militare, pseudoculturale e mediatico.
L'invasione militare all'Iraq e le attuali minacce alla Siria e ad altre nazioni sono la brutale espressione della dottrina dell'attacco preventivo, proclamato ieri da Hitler e ripreso oggi da Bush.
Di fronte ai propositi neofascisti dell'attuale governo nordamericano, gli scrittori e artisti cubani, ispirati al movimento intellettuale che negli Stati Uniti, nell'Europa, nell'America Latina e in altre parti del mondo ha proclamato: "Non nel nostro nome" e ai milioni di uomini e donne che per le strade gridavano "No alla guerra", hanno manifestato la loro denuncia dei pericoli estremi che oggi affronta l'umanità, e ha lanciato un appello per creare un grande fronte antifascista internazionale dalle coscienze e dalle idee.
Davanti alla barbarie universale che si vuole imporre, ricordo le parole di Fidel: "Senza cultura non c'è libertà possibile".
Buonasera.


Parte IParte II – Parte III


Pagina segnalada da: Víctor González


Cuba. Una identità in movimento

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